Le Parole di Aretè – Capitolo 5: C di Condivisione

5 Febbraio 2023
Le Parole di Areté 🗣️ – Capitolo 5:
C di Condivisione
❔
Anche oggi partiamo da una definizione, che troviamo nel sito “unaparolaalgiorno.it”:
Condividere: Possedere insieme; partecipare insieme; offrire del proprio ad altri. Andando oltre gli usi più comuni, il concetto di condivisione svela una galassia complessa: può essere la partecipazione comune ad un progetto, una tensione d’insieme … un’esperienza che affratella ed è vissuta a un tempo da più punti di vista diversi e perciò più ricca, fertile di discernimento, di emozione comunicante.
Recentemente abbiamo organizzato un fine settimana in montagna con un alcuni dei ragazzi e ragazze con cui lavoriamo. L’idea di vivere fianco a fianco per un paio di giorni, di condividere tempi, spazi, cibo, risate, emozioni, ci stimolava per l’opportunità che ci avrebbe offerto di andare oltre alle consuetudini, vivere nuove esperienze e costruire relazioni più profonde. La ricchezza di queste giornate è stata grande: abbiamo vissuto insieme un’esperienza di socializzazione e di autonomia, immersi nelle piccole cose della vita quotidiana, in un clima giocoso, sperimentando nuovi ambienti con curiosità e partecipazione.
Questo spostamento di prospettiva produce nuovi punti di vista: L’educatore si trasforma, il ragazzo si trasforma, la relazione si trasforma e l’esperienza diventa unica nel momento stesso in cui la si vive e si mantiene nel tempo attraverso la forza del ricordo.
In queste giornate sono nate frasi, scherzi, modi di dire, giochi di parole, che sono entrati a far parte della storia di questo gruppo, favorendo la costruzione di un’identità comune basata sulla condivisione di spazi e momenti di intimità.
Ci viene incontro un commento del critico letterario Pietro Citati a proposito del “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg. “Nessuno capisce come lei cosa sia una famiglia. Vivere insieme, sedere alla stessa tavola: essere avvolti dalle stesse pareti e dagli stessi mobili; conoscere soltanto noi quel modo ostentato o dimesso di pronunciare una parola … Alla fine non siamo legati nemmeno dall’affetto, ma da una rete tanto più oscura, invincibile e complice, di abitudini vissute insieme.”
Se ci spostiamo dalla famiglia al gruppo, inteso come luogo di relazioni e orientato al cambiamento e alla crescita, le cose non cambiano.
Condivisione di parole, ma anche di silenzi, come quando abbiamo proposto ai ragazzi, in mezzo a un prato, alcuni di noi seduti su una panchina gigante, di restare tutti in silenzio per cinque minuti. Dopo qualche incertezza, qualche rigidità, ognuno ha cercato e lentamente trovato la propria dimensione; osservare i movimenti silenziosi che si sono creati è stato bello ed emozionante.
Queste due giornate ci confermano ancora una volta che come educatori, siamo chiamati a vivere, vivere assieme, perché questa vitalità diventa energia positiva che tutto trasforma
– Riflessioni dopo un finesettimana di prezioso lavoro, gli Educatori –

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